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Le vere affermazioni positive (seconda parte)

  • Training Life
  • 22 apr 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

IL LINGUAGGIO DELL’INCONSCIO

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Secondo articolo dedicato alle affermazioni positive: Come usarle correttamente per renderle ancora più EFFICACI.

Vediamo insieme TRE punti molto importanti.


PUNTO 1)

La mente logico-razionale e l’inconscio, recepiscono e rispondono alle informazioni, in modo molto diverso e diametralmente opposto.

La prima infatti, scompone analizza e usa come punto di riferimento.

Il nesso logico, l’analisi e la razionalità. il secondo ha invece una natura molto diversa, vive di leggi proprie e usa il linguaggio delle emozioni.


PUNTO 2)

Per questo motivo, l’inconscio non conosce la caratteristica della TEMPORALITA’ e non comprende la dimensione tempo in termini di successione logica (oggi, ieri 10 anni fa….). Una cosa nell’inconscio, è VERA in quanto esiste e rimane vera, indipendentemente dalla lontananza del tempo nel quale è accaduta.

Questo spiega perché un evento, che ci ha molto colpito magari nell’infanzia, può rimanere vivo dentro di noi così a lungo, da avere la sensazione che il tempo non sia trascorso, perché la “memoria emotiva” rimane quanto mai nitida e chiara.

Questo concetto, riguarda una delle leggi più importanti che regolano il funzionamento dell’inconscio. L’istinto e le emozioni, non solo fanno parte da sempre della nostra sfera inconscia, ma sono il frutto ancora attuale, di un lontanissimo processo evolutivo durato milioni e milioni di anni. Fondamentale in questo senso, è il contributo del dott. Mac Lean, medico esperto in neuroscienze e autore della famosissima teoria “del Cervello Triuno” elaborata a partire dai primi anni ’70. Frutto di decenni di studio, la teoria spiega che il cervello è il risultato di un percorso evolutivo antichissimo, nel quale si sono create tre principali aree cerebrali. Ognuna, possiede grandi differenze strutturali, chimiche e funzionali, eppure fanno parte di un’ unico cervello come struttura complessa e fortemente integrata.


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Vediamo quali sono:

  • CERVELLO RETTILIANO (PROTORETTILIANO): E’ la nostra derivazione più antica, il suo sviluppo risale a 500 milioni di anni fa; Presiede al controllo delle funzioni biologiche, riproduttive e di sopravvivenza; E’ responsabile del sistema nervoso autonomo nel comportamento attacco/fuga; Padronanza del territorio, istinto di esplorazione, procreazione e sessualità.

  • CERVELLO MAMMIFERO (PALEOMAMMALIANO): SISTEMA LIMBICO evoluto in circa 300 milioni di anni; E’ la parte del cervello che regola gli istinti e le emozioni. Più la specie di appartenenza è evoluta più articolate risultano le emozioni. Questo spiega perché nell’uomo che si trova in cima alla scala evolutiva nel gradino dei mammiferi, le emozioni sono tra le più complesse esistenti in natura. In quest’area troviamo: Affettività e attaccamento (emozioni semplici e istintive); istinto materno e accudimento della prole; regolazione dello scambio tra stimoli interni al corpo (propriocettivi) e stimoli esterni dell’ambiente (sociali e culturali). Capacità di scambio, gruppalità e vita sociale….

  • CERVELLO CORTICALE (MAMMALIANO) Risale a 3 milioni di anni fa; rappresenta la zona della neocorteccia (NEOCORTEX) così chiamata perché la più recente del sistema evolutivo e più preposta allo sviluppo e all’interscambio dei rapporti con l’ambiente esterno. In quest’area troviamo lo sviluppo delle facoltà logico-razionali e delle abilità analitiche. Socialità, appartenenza culturale, apprendimento, linguaggio e pensiero logico, sono le sue caratteristiche; Consapevolezza e autocoscienza; capacità di far fronte a nuove situazioni; emozioni complesse e articolate.


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Pur semplificata, questa distinzione ci aiuta a comprendere come lo sviluppo più antico e ampio del nostro cervello, riguardi la sfera degli istinti e delle emozioni che insieme formano la sfera inconscia, destinata a governare in maniera decisamente più ampia la nostra mente, i nostri comportamenti e la nostra vita. In questo livello rientrano infatti, anche lo sviluppo di facoltà come l’immaginazione, lo sviluppo dell’intuizione e il bisogno della creatività. Tutti aspetti che hanno a che vedere con una saggezza e un equilibrio antico e ampiamente collaudato, nel percorso evolutivo della specie. Lo sviluppo della coscienza, intesa come presenza e consapevolezza interiore è dato dall’integrazione armonica di queste tre aree.


PUNTO 3)

CARATTERISTICA E VALORE DELLE NEGAZIONI:

Altro punto importante sulle caratteristiche dell’inconscio, è il modo in cui recepisce i messaggi e le emozioni.

Descrivendo la sfera inconscia e le sue principali caratteristiche, in una raccolta di scritti compresi dal 1911 al 1938, lo stesso S. Freud afferma che: “L’inconscio, non conosce tempo, negazione e contraddizione” Ciò vuol dire che non comprende il significato di regole e divieti, come avviene per la mente razionale e per lo sviluppo delle capacità morali, (che Freud chiamerebbe Super-io ) perché non possiede questi particolari filtri, propri invece alla sfera razionale della mente e del contatto con la realtà esterna.

Alcuni di questi concetti, si sono evoluti e consolidati in ambito più moderno,

grazie anche al contributo delle Neuroscienze, della PNL e di nuove conoscenze sulla connessione tra pensiero e linguaggio. Si è dato molto risalto al valore sostanziale di ciò che comunichiamo:

Oggi sappiamo che a livello di energia sottile, (vibrazione del suono) il nostro cervello registra le parole che pensiamo e trasmettiamo attraverso il linguaggio verbale e

la nostra parte più emozionale e istintiva(inconscia)le recepisce comunque secondo le caratteristiche appena elencate.

Facciamo un esempio: Se affermo: “Non voglio ingrassare” ho appena creato una frase con una negazione. Ma se l’inconscio non la comprende, il significato passerà come affermativo, diventando: voglio ingrassare. Una frase di questo tipo, usata ripetutamente come pensate che possa influire sul pensiero e sulle scelte che ne derivano?

Il rischio, è quello di creare un energia mentale e emotiva opposta al messaggio originale, con il rischio di allontanarci dall’obiettivo scelto e di fallire.

Questo è il vero motivo secondo cui è necessario che le affermazioni positive siano PRIVE di qualsiasi tipo di negazione o particella dubitativa (se, ma, forse …..) che andrebbe nel tempo ad alterare il messaggio e la vera intenzione in esso contenuta.

Possiamo quindi affermare che, per la nostra mente è più efficace e lineare un messaggio come: Voglio dimagrire, piuttosto che non voglio ingrassare. L’energia risulta più chiara e positivamente diretta verso lo scopo che intendiamo raggiungere.


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